Passeggiata piuttosto lunga, ma agevole e dal dislivello tutto sommato contenuto, che si svolge nell’ambiente ancora integro della Val Grande di Vezza, la vallala più lunga dell’Alta Valcamonica e parte del settore bresciano del Parco Nazionale dello Stelvio. Molteplici i motivi di interesse: quelli geologici, col profilo ad U della valle derivante dall’azione degli antichi ghiacciai e con le antichissime rocce visibili alla testata della valle, quelli antropici legati alle tipologie caratteristiche dell’architettura rurale e contadina delle numerose baite incontrate lungo il percorso, quelli botanici per il gran numero di ambienti attraversati (bosco di larici, pascoli e prati da sfalcio, zone umide) per finire con quelli faunistici. L’ambiente integro ha infatti fornito l’habitat ideale per molti animali: volatili, tra i quali l’aquila e il gigantesco gipeto, e mammiferi, piccoli (lepre variabile) e grandi (caprioli, camosci, stambecchi, …). In particolare, vista la stagione (quella degli amori), non è escluso avvistare esemplari di cervo: lontani, sui fianchi dei monti circostanti, ma localizzabili grazie ai forti bramiti di richiamo che emettono.
L’escursione inizia dalla chiesetta di Tu, caratteristica e soleggiata frazione di Vezza d’Oglio, o dal parcheggio nella parte superiore dell’abitato, dove ci si dirige verso nord seguendo l’evidente strada carrozzabile che si inoltra in un luminoso bosco di larici. Giunti in breve ad un bivio, presso una santella, si prende la stradetta di destra che sale subito abbastanza ripidamente. Procedendo col bosco sulla destra e gli arbusti a sinistra che permettono di tanto in tanto visuali sulla Val Grande e sulla Val Paraolo, si arriva ad uno spiazzo dove, seguendo le indicazioni, si scende a sinistra per superare la località Pil e quindi piegare a destra su una strada sterrata.
Superate numerose costruzioni, la traccia diventa un sentiero che scende verso la Baita Togn e va ad immettersi sulla strada di fondovalle, da seguire sempre verso nord costeggiando il torrente Grande e superando la chiesetta di Carèt (tavoli da pic-nic), lo Chalet Bramito, i ruderi delle Case Bette per giungere infine alla Malga Val Grande (produzione di latte e formaggio nostrano). Proseguendo, la strada lascia spazio ad un comodo sentiero che, snodandosi tra i pascoli di alta quota e con pendenza più marcata, permette di raggiungere il Plaz de l’Asen e il bivacco Saverio Occhi.
Dopo il meritato riposo, per il rientro si segue nella parte alta il percorso di salita. Giunti alla Baita Togn, si prosegue però sulla strada di fondovalle fino a raggiungere un bivio, dove si tiene la sinistra, e quindi il Ponte dell’Acqua Calda. Piegando a sinistra, si superano le numerose cascine della località Gussanino e il primo bivio incontrato durante la salita, ormai a poca distanza dal parcheggio dove sono state lasciate le auto.