Alpe di Siusi e Sciliar
Rifugio Bolzano
13 ÷ 14 Luglio 2024
• | Lunghezza: circa 12,5 Km il primo giorno, 10 km scarsi il secondo. |
• | Dislivello complessivo: circa 980 m di salita e 380 m di discesa il primo giorno, circa 1400 m di discesa il secondo. |
• | Tempo di percorrenza: circa 6h il primo giorno, circa 5h il secondo. |
• | Attrezzatura: scarponi da trekking, vestiario pesante, ... Necessario per il pernottamento in rifugio. |
• | Difficoltà: escursionistica. |
• | Note: lungo ma facile trekking di due giorni nel cuore delle Dolomiti: salita allo Sciliar partendo dall’Alpe di Siusi e transitando dalla Forcella Denti di Terra Rossa il primo giorno, discesa ai Laghetti di Fiè percorrendo il Sentiero dei Tronchi, nell’incassata Gola del Diavolo, il secondo. Pernottamento al Rifugio Bolzano. |
• | Partenza, in auto, alle ore 6:00 dalla scuola media Sabin, via Iseo 18. |
Il trekking proposto inizia da Compatsch, una piccola frazione del comune di Castelrotto posta sull’Alpe di Siusi, a cui si giunge utilizzando l’ovovia che sale da Siusi. Dalla stazione del suddetto impianto, ci si dirige verso sud per andare ad attraversare la vicina strada provinciale e imboccare, sul lato opposto, una stradina asfaltata in leggera salita. Trascurate alcune deviazioni e toccando un paio di volte il percorso di una seggiovia, si giunge presso l’Hotel Panorama, dove l’asfalto lascia il posto ad una mulattiera sterrata.
Pochi metri ancora e si piega a sinistra per imboccare un sentiero (segnavia n° 2) che si inoltra, inizialmente in leggera discesa, nella “Paluch di Ladins”, un terreno erboso e, a tratti, paludoso dove il cammino è facilitato da alcune passerelle in assi di legno. Superato il fondo della valletta grazie ad un ponticello, si inizia a salire, con pendenza trascurabile e, superata una baita, si svolta a destra (indicazioni) per mantenersi sul segnavia n° 2. Si prosegue dapprima ancora tra i pascoli paludosi punteggiati di baite, quindi a mezzacosta sul fianco orientale della Punta d’Oro per immettersi infine in un vallone che sale da destra; l’erba lascia via via sempre più spazio a qualche sasso e a qualche tratto su fondo roccioso. Il percorso è comunque sempre comodo e agevole, con la pendenza media che si mantiene bassa.
È solo giunti alla base del canalone che scende dalla Forcella dei Denti di Terra Rossa che il “gioco si fa duro”: l’erba lascia definitivamente spazio alla roccia e la pendenza si fa notevole. Il sentiero comunque è ben disegnato e, grazie ad alcuni tornantini, permette di risalire senza troppa fatica i circa 300 metri di dislivello che portano alla forcella. Ripreso fiato ammirando la magnifica vista che si gode verso il Sassolungo, il Sassopiatto, il gruppo del Catinaccio di Antermoia e la sottostante Val Duron, si affronta quindi una breve discesa: dopo un paio di tornantini ripidi, il sentiero si allarga, spiana e, in una decina di minuti, porta al Rifugio Alpe di Tires, luogo ideale per una sosta e per rifocillarsi.
Oltrepassato il rifugio, il largo sentiero continua in leggera discesa fino a raggiungere un incrocio e, tralasciata la deviazione verso sinistra in direzione del Buco dell’Orso, inizia a salire proseguendo dritto per attraversare a mezza costa i fianchi meridionali della Cima di Terrarossa. La larghezza della traccia si riduce e la pendenza va via via aumentando ma, nonostante qualche tratto un po’ sconnesso e sfasciumato, il cammino è sempre agevole. Si raggiunge così una sella, a quota 2550 m, che immette sull’erboso piano sommitale dello Sciliar; il Rifugio Bolzano è già visibile, ma ancora lontano e per raggiungerlo bisogna affrontare una lunga e dolce discesa, che fa perdere circa 200 metri di quota ma con spettacolari panorami che vanno dal vicino Catinaccio e dalle valli sottostanti fino alle Alpi di confine, e l’ultima breve salita della giornata, un po’ ripida solo negli ultimi metri dopo aver incrociato il Sentiero dei Turisti.
La discesa del secondo giorno inizia imboccando il sentiero n° 1 alle spalle del rifugio (indicazioni per Fiè); inizialmente la traccia nel prato è molto labile, a tratti addirittura invisibile, ma la direzione da seguire è ben indicata da numerose bandierine pitturate su grossi sassi conficcati nel terreno. Raggiunta una staccionata, il percorso diventa più marcato e, superata una vicina croce a tre braccia, si arriva ad un bivio dove si tiene la sinistra, sul ramo più largo, per scendere ripidamente e con molti tornantini verso una ben visibile malga (Moarboden Hütte), possibile punto di ristoro.
Oltrepassata la baita, la pendenza della discesa si addolcisce decisamente e, raggiunti i 2000 metri circa di quota, si abbandonano i pascoli per entrare nel bosco e raggiungere, qualche decina di metri più in basso, la Malga Seggiola (altro possibile punto di ristoro). La valle si fa a questo punto più stretta ed incassata; seguendo le indicazioni per Fiè allo Sciliar, si segue l’ampia traccia che correre a mezza costa lungo le crode meridionali dello Sciliar, protetta a valle da una bella staccionata, e che porta in breve all’ingresso della Gola del Diavolo (Teufelsschlucht) e al “Sentiero dei Tronchi” (Prügelweg). Nonostante il nome poco rassicurante, la percorrenza della gola è agevole grazie ad alcuni passaggi realizzati, come dice il nome del sentiero, con tronchi uniti tra di loro e disposti di traverso sopra il torrente, tecnica utilizzata fin dal medioevo per portare il bestiame sui pascoli in quota.
Usciti dalla gola, si incontra una panchina e subito dopo un bivio, dove si segue il ramo di sinistra in ripida discesa e su fondo sassoso; trascurata subito un’altra deviazione a sinistra, si prosegue dritto fino ad un vicino ulteriore bivio dove si imbocca, a destra, una strada praticamente pianeggiante e col fondo finalmente regolare. Mantenendosi su tale traccia (segnavia n° 1, direzione Fiè), trascurando tutte le deviazioni, con tratti pianeggianti alternati ad alcuni in discesa mai troppo ripida, si oltrepassa la stazione a valle della teleferica di servizio del Rifugio Bolzano, si guada il Rio di Fiè in corrispondenza di un’ampia svolta verso sinistra e si attraversano numerosi rivoli d’acqua fino a raggiungere Malga Tuff, sotto le pareti orientali dello Sciliar, superaffollata d’estate dai numerosi turisti ma i cui prati sono comunque un ottimo posto per fermarsi un attimo a tirare il fiato.
Manca ormai poco per raggiungere la meta finale, ovvero i laghetti di Fiè. Due le possibilità: la prima è quella di mantenersi, a sinistra, sulla traccia n° 1 lungo un più diretto ma ripido sentiero, mentre la seconda, quella consigliata avendo nelle gambe già tanti metri di dislivello, è quella di seguire la strada sterrata che, sulla destra, parte dietro alla malga; strada sicuramente trafficata da molti turisti, ma che permette una discesa decisamente più dolce e comunque non troppo lunga (mezz’oretta alla meta finale).
Terminata la discesa, con tempo a disposizione (e ancora voglia di camminare) si può anche effettuare il giro di uno o entrambi i Laghetti di Fiè; se invece l’orario non lo permette, non resta che dirigersi all’ampio parcheggio e usufruire del servizio di pullman di linea per tornare alla stazione dell’ovovia del Compatsch e chiudere così il trekking.
Costi di Partecipazione
• | Suddivisione delle spese di carburante e autostrada tra i partecipanti alla gita. |
• | Pernottamento e colazione in rifugio (soci C.A.I.): € 45,00. |
• | Pernottamento e colazione in rifugio (non soci C.A.I.): € 55,00. |
• | Ovovia del Compatsch: € 18,00 (eventuali sconti e riduzioni valutabili solo sul posto). |
• | Assicurazione infortuni: € 10,00 (solo per i non soci C.A.I). |
Oltre a quanto sopra indicato, da aggiungere la cena alla carta, le bevande in rifugio e altre spese di carattere personale (come ad esempio pranzi e/o merende presso i punti di ristoro lungo il percorso).
Scarica il volantino della gita in formato pdf.